“Sig. Sindaco,
ancora non è stata chiarita la vicenda della costruzione in via Tratturo, ovvero come è potuto accadere che una baracca abusiva, di legno e con copertura in eternit, si sia trasformata in una villa privata di circa 400 mq, in un’area destinata a parco urbano e territoriale, e per di più pagata con i soldi pubblici.
Le domande che attendono risposta sono:
1) Come è stato possibile rilasciare il permesso a costruire dal momento che l’atto principale alla base del condono della baracca, cioè il nulla osta della Regione, è stato annullato da un Decreto del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali?
2) Come mai una baracca abusiva, adibita al ricovero di materiali e attrezzature edili (tale la descrive il proprietario) diventa improvvisamente un ufficio?
3) Può un ufficio funzionare senza corrente elettrica, senza allaccio di acqua potabile, senza servizi igienici e senza numero civico?
4) Può una villa privata essere costruita al posto di una baracca abusiva in un’area che il Piano Regolatore Generale del Comune di Sulmona destina a parco urbano e territoriale e per il quale le norme tecniche del PRG stabiliscono che “in tali zone gli interventi, di esclusivo carattere pubblico, hanno come fine la assoluta salvaguardia e la valorizzazione ambientale, ecologica, naturalistica del patrimonio esistente”?
5) Come è possibile che la villa in questione venga costruita in un’area in cui non era consentito erigere neppure una baracca, in quanto sottoposta a vincolo paesaggistico ai sensi della legge n.431/1985?
6) Può una legge regionale eliminare un diritto – ovvero lo spazio di parco pubblico che spetta ad ogni cittadino – che discende da una legge nazionale (D.M. n. 1444 del 2.4.68)?
7) Può una simile costruzione essere realizzata a poca distanza da un monumento vincolato dallo Stato quale è l’antica chiesa di Santa Maria di Roncisvalle?
8) E’ possibile costruire un tale edificio ad una distanza di appena dieci metri da un fiume iscritto nell’elenco delle acque pubbliche quale è il fiume Gizio?
9) Come è stato possibile che, per consentire la costruzione della villa, sia stato cancellato e sepolto il canale adduttore che serviva l’antico mulino che sorge nei pressi?
10) Come può una costruzione su cui sono presenti tanti e tali interrogativi usufruire degli incentivi previsti dal superbonus del 110 per cento?
Lei ha affermato, rispondendo in Consiglio comunale ad una interrogazione della consigliera Teresa Nannarone, che tutto è stato deciso dal settore urbanistico e che un eventuale suo interessamento sarebbe “una indebita ingerenza nell’ambito di competenze che sono esclusiva prerogativa degli Uffici amministrativi dell’ente”. Da oltre un anno i Comitati cittadini per l’ambiente le hanno posto il problema ma mai hanno avuto da lei una risposta. Quello che le si chiede semplicemente è di acquisire – avvalendosi del ruolo e dei poteri che la legge le assegna in qualità di Sindaco della città – le necessarie informazioni al fine di comprendere e valutare se la procedura sia stata corretta e se le norme che disciplinano la materia siano state rispettate. Non mi sembra che ciò possa configurarsi come una “indebita ingerenza”.
Del resto a chi dovrebbero rivolgersi i cittadini per avere dei chiarimenti se non al proprio Sindaco? Lei è stato scelto, attraverso libere elezioni, come garante della legalità e della corretta amministrazione della cosa pubblica, e nel nostro Stato di diritto è lei l’interlocutore diretto dei cittadini. Le rinnovo, pertanto, l’invito a fornire pubblicamente le dovute risposte alle domande che le sono state poste, in modo da fugare ogni dubbio su una vicenda che presenta non pochi lati oscuri”.
Mario Pizzola
Sulmona, 9 luglio 2024